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Attualità mercoledì 18 gennaio 2017 ore 12:30

Sparatoria, l'Arci dice no alla chiusura

Dopo lo scontro a fuoco del 9 gennaio la questura ha chiuso il locale per 30 giorni. "La presenza del circolo non deve essere messa in discussione"



CASTELFIORENTINO — Porte chiuse, locale deserto. Per trenta giorni. A deciderlo è la questura, il locale in questione è il circolo Il progresso di Castelfiorentino, dove lo scorso 9 gennaio un uomo ha aperto il fuoco contro due marocchini di 30 anni, ferendoli gravemente, a quanto pare per futili motivi, facendo poi perdere le proprie tracce.

Ma l'Arci non ci sta. "Il fatto di sangue avvenuto una settimana fa a Castelfiorentino, che ha visto il ferimento con arma da fuoco di due persone, non può non turbare qualsiasi cittadino del nostro territorio poiché è un evento duro, che colpisce, genera paura e sgomento, e scuote una comunità intera che non è abituata a tali esplosioni di violenza - scrivono dall'associazione. - Ci auguriamo che i due feriti possano guarire velocemente e che il colpevole possa essere rintracciato per rispondere della violenza che ha portato all’interno della comunità castellana".

I rappresentanti dell'Arci si dicono colpiti doppiamente da quello che è successo: "Prima di tutto perché coinvolge un circolo Arci, Il Progresso di Castelfiorentino, la porta aperta fino a tarda sera sulla piazza principale del paese, la porta che si affaccia sul mercato, sul teatro, sui giardini, che vede passare famiglie e cittadini".

"In secondo luogo per le reazioni inaspettate, dure, espresse anche da persone di rilievo istituzionale che non solo con le loro parole lasciano intravedere un disconoscimento del ruolo dei circoli nelle comunità, ma minano quei legami di solidarietà che crediamo debbano rappresentare il principale punto di incontro della società civile".

"Fino a questo momento purtroppo - accusano i rappresentanti di Arci - ha prevalso uno spiacevole dibattito che ha chiamato in causa lo stesso Circolo Arci dichiarandolo luogo insicuro e rischioso per la comunità. Crediamo che il circolo, sia una risorsa, un’importantissima e preziosissima risorsa che su quella piazza c’è, e vogliamo, insieme a chiunque pensi che sia tale, cercare le soluzioni ai problemi, impegnarci perché non sia mai messa in dubbio la positività della sua presenza".

"Quando parliamo di sicurezza, spesso le percezioni non corrispondono alla realtà. - proseguono - E’ una semplificazione gridare alla mancanza di sicurezza senza fermarsi insieme e riflettere sui legami che si disgregano, la solitudine che aumenta, l’individualismo che dilaga. Rivendichiamo il fatto che i nostri circoli, tutti, siano presidio di socialità permanente, e la loro presenza, oggi più che mai, può essere il vero antidoto verso derive disgreganti e individualiste".

La posizione dell'Arci di fronte al provvedimento di chiusura è dunque netta: "Chiudendo i luoghi di accoglienza, per quanto fragili, si rende ancora più debole il territorio facendo l’opposto rispetto a quanto necessario. Per questo chiediamo che il circolo rimanga aperto nell'ottica di promuovere accoglienza e attività che possano essere utili alla crescita dei soci e dei nuovi cittadini nell'ottica di una serena convivenza".


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