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Attualità sabato 21 novembre 2015 ore 10:15

L’abbraccio alle vittime del terrorismo

Tanta gente in piazza Boccaccio per il presidio “Insieme, per la pace”, organizzato dal Comune in collaborazione con scuole e associazioni certaldesi



CERTALDO — Tanta gente  in piazza Boccaccio per il presidio “Insieme, per la pace, contro ogni terrorismo”, organizzato dal Comune in collaborazione con tutte le principali associazioni certaldesi, e con Istituto Comprensivo di Certaldo, Prepositura di San Tommaso Apostolo, Istituto Maria Santissima Bambina, Istituto buddista italiano Soka Gakkai di Certaldo, per manifestare la propria vicinanza e solidarietà alle vittime di Parigi e a tutte le vittime del terrorismo e delle guerre.

Un momento di riflessione che ha coinvolto tantissimi certaldesi che si sono stretti in piazza Boccaccio, al centro della quale è stato realizzato con le candele accese il simbolo della pace con al centro la Torre Eiffel, accanto alla quale è stato poi deposto un mazzo di fiori.

Dal parterre del municipio, hanno poi preso parola i rappresentanti delle istituzioni: il dirigente dell'Istituto Comprensivo, Federico Frati, il proposto don Pierfrancesco Amati , il sindaco della città senegalese di Refane, Djiby Thiaw, che si trova a Certaldo per rinnovare il patto di amicizia tra i due comuni, e il sindaco Giacomo Cucini.

“Ringrazio tutte le persone che si sono radunate in piazza Boccaccio – sottolinea il sindaco Giacomo Cucini, a commento della manifestazione – per esprimere la propria vicinanza e solidarietà alle vittime di Parigi. Non è facile rappresentare oggi la nostra comunità e dare voce alle paure e ai sentimenti che ci attraversano. Questi attentati sono un attacco all'Europa, ai nostri diritti e sicuramente non dobbiamo lasciarci intimidire. Al tempo stesso siamo coscienti che la situazione geopolitica internazionale è assai complessa e che non esistono facili ricette per mettere fine a questi attacchi e risolvere i problemi che stanno alle origini di questa situazione. Quello che dobbiamo e possiamo fare, a livello locale, è sicuramente ricordarci e ricordare a tutti che le differenze sono alla base della nostra democrazia e dello stato di diritto, e affermare quindi che la compresenza di popolazioni, culture e religioni diverse, deve essere possibile, in Italia e nel mondo. Quello che ci auspichiamo avvenga, a livello più alto, è che si intraprenda una seria e articolata politica di contrasto a questo terrorismo come ad ogni guerra o forma di conflitto armato, un'azione che anzitutto tuteli le popolazioni dall'aggressione e che al tempo stesso lavori, a più livelli e coinvolgendo tutti gli interlocutori, per comprendere e contrastare questo stato di cose. C'è tanto bisogno di azioni concrete, quanto di evitare azioni che non tengano conto della complessità della situazione”.


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