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Cronaca domenica 27 gennaio 2019 ore 15:30

Arafet Arfaoui aveva assunto cocaina

Arafet Arfaoui

E' emerso dagli esami tossicologici sul corpo del giovane morto durante un controllo di polizia il 17 gennaio. Ieri manifestazione per chiedere verità



EMPOLI — Servono ancora giorni affinché siano resi noti i risultati dell'autopsia sul corpo di Arafet Arfaoui, morto il 17 gennaio in centro a Empoli durante un fermo di polizia, con le manette ai polsi e i piedi legati con un cordino. Ma i primi accertamenti tossicologici hanno evidenziato che Arfaoui aveva assunto cocaina. Inoltre sarebbero state riscontrate lesioni che però, ai primi riscontri apparse lievi, farebbero escludere l'ipotesi di una morte traumatica.

Tunisino di 31 anni da tempo in Italia, dopo aver vissuto a Montaione si era da poco trasferito a Livorno per lavoro, assieme alla moglie italiana. Quel 17 gennaio è stato fermato dalla polizia perché aveva dato in escandescenze contro il gestore di un negozio, che ha giudicato falsa una banconota da 20 euro, soldi che Arfaoui voleva inviare tramite money transfer.

Arfaoui se la sarebbe presa anche con i poliziotti, "calci, morsi e pugni" ha rivelato il ministro dell'Interno Salvini, quindi è stato legato. Dopo poco il decesso, prima ancora che venisse sedato dai sanitari del 118, anche loro accorsi sul posto.

Per ricostruire quanto accaduto sta indagando la pm Christine Von Borries, mentre già si sono levati sospetti sul corretto operato della polizia. 

Ieri, dietro l'appello di alcuni partiti e associazioni - Associazione contro gli abusi in divisa, Csa Intifada, Potere al Popolo, ultras della maratona, Cobas, Settembre Rosso, Arci, Associazione Culturale tra i binari, Non una di meno Empolese Valdelsa e Fabrica Comune - sono stati portati fiori sul luogo della tragedia, per chiedere "verità e giustizia".


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