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Attualità venerdì 22 gennaio 2016 ore 17:30

Lo sport è dialogo e rispetto

La posizione del Comitato Uisp Empoli-Valdelsa sulla vicenda Sarri-Mancini. Il presidente Alessandro Scali: “Ancora una volta, tanto rumore per nulla"



EMPOLI — La lite esplosa in diretta televisiva tra l'allenatore del Napoli Maurizio Sarri e il tecnico dell'Inter Roberto Mancini, che in questi giorni sta dividendo l'Italia, ha aperto un dibattito infinito su tutti gli organi di stampa e tra gli appassionati di calcio, spesso espresso attraverso toni poco edificanti.

Due giorni di dibattito in tutte le sedi e su tutti gli organi di stampa, sono serviti solo per prendere atto che il Giudice Sportivo ha comminato all'allenatore del Napoli 2 giornate di squalifica in Coppa Italia e 20mila euro di multa: praticamente un buffetto sulla guancia – dice Alessandro Scali, presidente del Comitato Territoriale UISP Empoli – Valdelsa – del resto c'era da aspettarsi poco altro, dopo che gli stessi personaggi che presiedono i vertici della Figc non hanno spiccato per particolare educazione e buongusto in recenti uscite pubbliche: i 'mangiabanane' di Tavecchio (sanzionato con 6 mesi di squalifica dalla UEFA ma non dalla FIGC) e il 'basta soldi a quelle quattro lesbiche' di Belloli (Presidente della Lega Nazionale Dilettanti, nonché fedelissimo di Tavecchio) sono solo gli ultimi scivoloni dei vertici dell'Italia calcistica”

Nei fatti di Napoli, secondo Alessandro Scali, non si tratta quindi di stabilire tanto se le offese pronunciate da Sarri nei confronti del famoso collega abbiano una reale radice discriminatoria, oppure siano soltanto ingiurie pronunciate "a caldo" in una fase di particolare tensione del match, quanto evidenziare che questo genere di offese non è accettabile a nessun livello, neppure quello dilettantistico e amatoriale rappresentato da enti di promozione sportiva come la UISP.

"Figuriamoci se, a pronunciarle, è un professionista assai ben stipendiato, le cui gesta vengono inevitabilmente amplificate sul piano mediatico e possono offrire un pessimo esempio educativo per chi pratica sport a tutti i livelli – continua il Presidente della UISP empolese – in questi giorni sta girando in rete una fotografia che, in poco tempo, è diventata virale: un bambino iracheno che indossa un sacchetto di plastica a strisce verticali bianche e azzurre, sul quale qualcuno, con un pennarello, ha tracciato il numero 10 e il nome Messi".

"Il calcio è un fenomeno mediatico eccezionale e, proprio per questo, i suoi protagonisti hanno il dovere morale di tenere un comportamento ineccepibile sotto tutti i punti di vista e farsi portatori di valori come la lotta verso qualsiasi forma di discriminazione sessuale e di omofobia, favorendo la tolleranza, il rispetto per l'avversario e per le diversità, l'integrazione sociale e il dialogo interculturale. Lo sport è ancora uno dei mezzi più preziosi che abbiamo a disposizione per provare a migliorare la nostra società attraverso il dialogo e il rispetto”, conclude Alessandro Scali.

Non a caso, in questi giorni così convulsi, la UISP ha invitato proprio Maurizio Sarri e Roberto Mancini a partecipare ai prossimi Mondiali Antirazzisti, rassegna che si svolgerà il prossimo luglio a Modena per parlare di diritti ed opporsi fortemente a qualsiasi forma di razzismo e di discriminazione. L'auspicio è che proprio i due allenatori possano intervenire al dibattito pubblico per scrostare quel velo di ipocrisia che ancora ricopre lo sport più seguito, offrendo una migliore immagine del calcio e dello sport in generale, decisamente compromessa da questa sgradevole vicenda.


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